22 agosto 2012

La fecondazione assistita: come fare dei bambini senza avere rapporti sessuali

La fecondazione assistita è una tecnica di procreazione utilizzata nel caso di coppie che, avendo esaurito tutte le posizioni, combinazioni e permutazioni possibili dell'atto sessuale, si trovino ancora nell'incapacità o impossibilità di ottenere una gravidanza. Il primo passo per scoprire le ragioni della vostra sterilità è il seguente: accertatevi di non essere dello stesso sesso del vostro partner.
Se questo fosse il caso, dovrete rassegnarvi ad espatriare, in quanto in Italia la pratica della fecondazione assistita per coppie omosessuali (e comunque tutte le tecniche che utilizzano sperma o ovuli estranei alla coppia) è proibita.
Si potrebbe pensare che se una coppia è sterile, è sterile. Punto. Invece, in molti casi la sterilità è parziale e può essere superata con una fecondazione assistita. Per esempio, un uomo è raramente del tutto sterile. Anche tra milioni e milioni di spermatozoi lenti, svogliati, brutti e comunisti, uno buono di solito si trova. E' un po’ come dire che i cinesi sono piccoli per poi vederne uno alto due metri (e trenta!) che gioca nell'NBA: una probabilità, per quanto minima, può concretizzarsi su grandi numeri.
Alcune strane incarnazioni degli spermatozoi
Nelle donne invece, succede spesso che l'ambiente di utero e connessi non sia proprio benevolente nei confronti degli spermatozoi; o che l'ovulo, pur essendo normale, sia un po’ duretto da penetrare (perdonate il tecnicismo). E così capita che i due eletti (l'ovulo e lo spermatozoo), messi faccia a faccia su un minuscolo vetrino, sotto le romantiche luci di un microscopio, facciano quello che in antri umidi e oscuri non gli era mai riuscito. E voilà: ecco un bambino. (O meglio, un embrione. Perché a chiamare bambino una, due, quattro, otto, sedici o anche trentadue cellule ammassate a formare una pallina, ci vuole una bella immaginazione.)
Se proprio i due non ne vogliono sapere di copulare (in verità si usano circa 75.000 spermatozoi per ogni ovulo da fecondare!), allora il renitente (o forse solo un po’ timido) spermatozoo viene iniettato direttamente dentro l'ovulo (tecnica ICSI). Comunque ci si arrivi, una volta ottenuto l'embrione, lo si trasferisce nelle recondità della donna, sperando che attecchisca (infelice termine tecnico) e diventi un bel bambino sano e vivace (ma non troppo).

Detto così, sembrerebbe tutto semplice. Ma allora perché la fecondazione assistita è così traumatica per una donna?
Mentre l'uomo in via di principio è, o almeno così vuole far credere, sempre pronto a fornire il suo seme (guadagnandoci anche una carrellata delle novità nel settore video/riviste porno), la donna ha bisogno di una preparazione ben più laboriosa. La tecnica base di fecondazione assistita comporta il prelievo dall'utero di un ovulo normalmente maturato e la sua incubazione con sperma "trattato" (cioè stimolato tramite seminario di motivazione aziendale e/o video di famiglie felici in campagna, stile Barilla). Ma a causa di una probabilità piuttosto bassa di successo, questa tecnica è usata raramente. Uno degli optional più gettonati è la stimolazione ormonale delle ovaie (cioè della donna) per motivarle a produrre più ovuli. Questo può essere fatto con tempi e dosi diverse, con effetti da lievi a gravi sulla salute della donna e indirettamente su quella dell'uomo, visto che gli ormoni influenzano fortemente lo stato d'animo e l'umore. In seguito alla stimolazione ormonale, gli ovuli vengono prelevati tramite una vera e propria piccola operazione. Mettiamo che tutto proceda perfettamente, che gli embrioni siano tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri (o bassi e rossi, o verdi a pois, a seconda dei gusti) e che il trasloco nell'utero vada a buon fine. Non è ancora fatta: la probabilità di non portare a termine una gravidanza ottenuta tramite fecondazione in-vitro è di circa il venticinque per cento. E una donna sottoposta a fecondazione assistita è più sensibile alle conseguenze psicologiche di un aborto, perché vuole un bambino ma non riesce ad averlo e può spesso considerarsi colpevole (o scaricare la colpa sul suo partner!).

In Italia, la selezione degli embrioni da impiantare è assolutamente proibita. Quindi se sognate cinque gemellini maschi, per farci la squadra dall'affiatamento perfetto che vincerà i mondiali di calcio a 5 del 2030; o se volete trovare assolutamente l'UNICO embrione con quei meravigliosi occhi verdi che aveva il vostro bisnonno (cosa tra l'altro tecnicamente impossibile), dovrete rinunciarci. Se siete ammalati o portatori sani di una malattia genetica e vorreste che il vostro bambino non la ereditasse, rivolgetevi alla Corte europea dei Diritti Umani: è possibile che vi autorizzi ad effettuare la diagnosi preimpianto, una tecnica che permette di identificare gli embrioni malati e di impiantare solo quelli sani. In alternativa, la legge italiana autorizza le coppie ad ottenere un numero illimitato di gravidanze e ad interromperle (con l'aborto) in caso di feto malato, con la speranza che prima o poi ne venga fuori uno sano da far nascere. A voi la scelta.

N.B. La legislazione in materia di fecondazione assistita in Italia è quanto mai complicata. La famigerata legge n°40 del 19 febbraio 2004 è stata prima modificata dalla Corte Costituzionale, poi contestata dalla Corte europea dei Diritti Umani, dal tribunale di Salerno e addirittura dal terribile TAR del Lazio (ci manca solo il Tribunale dell'Aja). Di conseguenza, adesso la legge è a brandelli. Da scienziati, non ci si capisce più niente. Se volete un consiglio, è meglio chiedere ad un avvocato.

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Fonti e Approfondimenti 
Legge n.40 del 19 febbraio 2004

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