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Tutto inizia con l'accoppiamento. Dopo la prima (e unica) infuocata notte di sesso con lo spermatozoo, l'ovulo (già fecondato) prende il nome di zigote e inizia dei lavori di ristrutturazione abusivi con installazione di tramezzi e soppalchi un po’ dovunque. Nel giro di poche ore lo spazio occupato dal solo zigote viene stipato con ben otto cellule identiche l'una all'altra. Queste sono ancora così giovani e versatili che possono fare tutto quello che vogliono, anche un intero essere umano: se per qualsiasi ragione qualcuna di queste cellule si separa dalle altre, formerà infatti un gemello separato (ma identico).
Superata questa fase, le cellule (che continuano a moltiplicarsi) scelgono la loro vocazione e si specializzano in funzioni diverse: alcune vanno a formare la placenta, altre stanno all’interno dell’embrione, si spartiscono i compiti e si dedicano alla difficile occupazione di produrre da una palletta di cellule qualcosa che assomigli a un bambino. All’inizio di questo indaffarato periodo le cellule dell’embrione sono ancora decisamente flessibili e possono, a seconda delle circostanze, creare qualsiasi tessuto umano: queste sono le cosiddette cellule staminali embrionali.