5 aprile 2013

La calvizie, il riporto e il trapianto di capelli

Si può ben dire che avere “cchiu pilu pe’ tutti” (per citare il geniale Cetto La Qualunque) sarebbe una benedizione. A prescindere dalla delicata allusione sessuale, infatti, “pilu” si può anche interpretare in senso letterale, come “pelo” e in particolare “capello”. E più capelli renderebbero certamente più felici molti uomini alle prese con il classico inconveniente dell’essere maschio: la calvizie.

La perdita di capelli negli individui maschi è causata nel 95 per cento dei casi dagli androgeni - gli ormoni sessuali maschili - e in particolare dal testosterone e dal suo derivato diidrotestosterone: questo tipo di calvizie viene definita alopecia androgenetica.
I piccoli agglomerati di cellule che producono i peli - chiamati bulbi piliferi – sono sotto stretto controllo ormonale. Alcuni bulbi, come quelli della barba, vengono stimolati dagli androgeni; altri, come quelli presenti sulla sommità della testa, ne vengono inibiti: in questo caso, l’effetto degli androgeni è di rendere i capelli sempre più corti e sottili fino a trasformarli in una peluria eterea e quasi invisibile.

calvizie come compensare la perdita dei capelli vignetta
Come compensare la perdita dei capelli. Presa da lunchbreath.
Virilità e calvizie sono dunque strettamente connesse: chi non produce testosterone - come gli eunuchi dell’antichità, a cui venivano tagliati i testicoli - non è soggetto a perdita di capelli. Ma questo non significa che chi è calvo abbia dei livelli di testosterone particolarmente elevati, né che sia particolarmente virile.
In realtà, a decidere se e quando gli androgeni che produciamo decreteranno la morte delle nostre capigliature, sono soprattutto i nostri geni. Eppure, il "gene della calvizie" non esiste: l’alopecia androgenetica è causata piuttosto da una serie di geni, solo alcuni dei quali sono conosciuti.

Certamente ci sono problemi più gravi della perdita dei capelli, ma alcuni uomini non riescono proprio a venire a patti con il triste riverbero che emette allo specchio la loro liscia pelata. Una volta un rimedio c’era: il riporto. I capelli sui lati e sul retro della testa, infatti, sono resistenti all'azione degli androgeni e sopravvivono di solito anche ai casi più estremi di calvizie, fornendo materiale inesauribile per la creazione di riporti di grande complessità architettonica.

Riporto Calvizie trapianto di capelli vignetta
Altri modelli di riporto. Presa da bizarrocomics.
Classico ma al contempo fantasioso, il riporto ha nutrito di ansia da folate di vento generazioni di rispettabili signori, e di esilaranti spettacoli i loro figli. Oggi purtroppo, sconfitto dalla moda dominante dei crani meticolosamente rasati, il riporto è scomparso. Ma un giorno, al cambiare delle mode, potrebbe tornare.

Presa in tempo, comunque, la calvizie può essere, se non fermata, almeno rallentata. A parte la castrazione - che sarebbe la soluzione più efficace, sebbene un po’ estrema - la scienza medica offre due modesti ritrovati farmaceutici: il minoxidil e la finasteride (meglio nota come propecia).
Il minoxidil è una pomata che si spalma sulla capoccia e stimola la circolazione sanguigna, aiutando il benessere dei bulbi piliferi. La finasteride invece blocca la trasformazione del testosterone in diidrotestosterone (un androgeno molto più potente), rallentando il capellicidio ma interferendo anche in una certa misura con le attività sessuali. Questi farmaci non portano ad una ricrescita dei capelli ma solo al mantenimento di quelli esistenti, perciò andrebbero presi ai primi segni di calvizie e per tutta la vita.

Se il Nulla ha già inghiottito i vostri amati capelli, niente potrà aiutarvi a farli ricrescere. A parte comprare un parrucchino, l’ultima cosa che vi resta da fare – ma anche la più efficace – è un trapianto di capelli.
In questo caso si tratta di un autotrapianto, perché il donatore e il ricevente sono la stessa persona. I bulbi piliferi da trapiantare, contrariamente a quanto si possa pensare, non provengono da sconvenienti zone pelose del corpo, ma dalla parte posteriore e laterale dello scalpo, resistente all'azione degli androgeni.
Poco dopo l’intervento i capelli trapiantati cadono a causa dello shock, ma riprendono a crescere nel giro di poche settimane. Visto che i bulbi piliferi trapiantati mantengono la loro resistenza agli androgeni, continuano a sfornare capelli per tutta la vita, garantendo una soluzione duratura al problema della calvizie.

Ti è piaciuto questo post? Sostieni biocomiche.it al costo di


Altre fonti
  

4 commenti:

  1. Mi chiedevo come mai
    "i capelli sui lati e sul retro della testa, infatti, sono resistenti all'azione degli androgeni e sopravvivono di solito anche ai casi più estremi di calvizie"
    Cioè, a livello di "adattamento evoluzionistico" (la coda non ci serviva più e pian piano è, quasi, scomparsa), come mai sembra che la natura abbia deciso che i capelli sui lati e sul retro siano più importanti di quelli sul capoccione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buona domanda, ma temo che ci siano solo risposte molto speculative.
      Innanzitutto non è detto che un carattere che di solito si manifesta dopo i 25 anni sia stato sottoposto a selezione (adesso certamente lo è).
      In ogni caso, pare che la calvizie sia vista come un segno di maturità e affidabilità (http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0162309595001301), il che potrebbe aver indotto donne anche giovani a scegliere uomini calvi per "metter su famiglia", favorendo una selezione sessuale della calvizie.

      Elimina
    2. Immaginavo che non ci fosse Una risposta ma varie e comunque sempre nel campo delle ipotesi.

      Per farsi due risate: tu hai giocato con il rapporto calvizia-castrazione, QUI provano a metterci di mezzo anche il cuore. Son proprio sfigati 'sti calvi! :) (ops, non ho ancora 25 anni, potrei esserci anche io tra qualche anno)

      Elimina
  2. Mi è stato richiesto un approfondimento sugli effetti collaterali della finasteride.
    Per quanto riguarda le disfunzioni sessuali, ci sono un buon numero di studi che dimostrano una maggiore incidenza di impotenza e problemi eiaculatori in chi prende finasteride, in una percentuale di pazienti in genere non superiore al 5%.
    Pare che in alcuni casi questi problemi persistano dopo l'interruzione della terapia, mentre gli studi delle case farmaceutiche affermano che i problemi sessuali sono transitori, anche per chi non interrompe il trattamento con finasteride.
    Molto più evidenti sono gli effetti depressivi della finasteride, negli uomini e soprattutto nelle donne (a cui viene somministrata in alcuni casi).

    RispondiElimina