Uno dei grandi vantaggi delle cellule umane è che ricevono a domicilio tutto quello di cui hanno bisogno per vivere. A portarglielo sono i vasi sanguigni, una enorme rete di gallerie nelle quali scorre il sangue.
Quando uno dei vasi sanguigni si ostruisce, però, le cellule rimangono senza cibo e soprattutto senza ossigeno. Per non morire, sono costrette a chiedere aiuto, lanciando dei segnali di soccorso, sotto forma di proteine-SOS.
Le proteine-SOS sono dirette principalmente alle cellule endoteliali, che formano le pareti di tutti i vasi sanguigni. Sono loro, infatti, in caso di bisogno, a occuparsi della creazione di nuovi vasi sanguigni, cioè dell’angiogenesi. Ricevuto l’SOS, le cellule endoteliali scavano verso la zona rimasta isolata, finché non raggiungono le cellule in apnea: e portano loro sangue, cibo e ossigeno.
Nelle persone adulte, l’angiogenesi si attiva raramente. Nei tumori, invece, molto più spesso.
Le cellule tumorali, infatti, ricevono pochissimo ossigeno. La colpa è tutta loro, perché sono già troppe e continuano comunque a riprodursi; ciononostante, non si vergognano minimamente di chiedere aiuto, e fanno ricorso all’angiogenesi.
L’angiogenesi è fondamentale per lo sviluppo dei tumori. Per questo la ricerca ha prodotto, negli ultimi anni, parecchi farmaci progettati per ostacolarla.
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La vignetta natalizia di Iacopo Leardini |
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