3 dicembre 2014

Specie (#glossariobiocomico)

Un modo piuttosto nebuloso di suddividere gli esseri viventi.

Per gli animali, la definizione di specie è più o meno questa:
un maschio e una femmina sono di due specie diverse se, quando si accoppiano, non producono prole (o producono prole non fertile:  ad esempio, cavallo e asino sono specie diverse, perché la loro unione produce muli e bardotti, che sono sterili).

Ovviamente, due maschi (o due femmine) fertili possono benissimo accoppiarsi senza avere marmocchi: ma questo non significa che siano necessariamente di due specie diverse.
E che dire degli animali ermafroditi (come alcuni vermi), che sono tutti dello stesso sesso eppure si riproducono che è un piacere?
Forse il concetto di specie non è ancora pronto per la parità di genere...
 
Al di fuori del regno degli animali, le cose si fanno ancora più complicate.
Nelle mondo delle piante, ad esempio, tutti si accoppiano con tutti, e l’unione di specie diverse produce spesso semi fertili.

Nei batteri e nei virus è ancora peggio, visto che da quelle parti i concetti di sesso e accoppiamento sono pressoché sconosciuti. In questo caso, le specie si definiscono in base a cose piuttosto aride, come il metabolismo o il DNA.

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